mercoledì, marzo 23, 2011

Quando una bestemmia conta più del disagio sociale



Leggo che qualche giorno fa a forum un cieco ha chiamato in causa un assessore regionale, chiedendogli 5 mila euro di rimborso perché non ha mantenuto le promesse di togliere le barriere architettoniche. L'argomento è interessante, la causa in sé è stata persa dal cieco dato che purtroppo la legge non consente di ricevere soldi in caso di mancate promesse. Altrimenti penso che a quest'ora i nostri politici suonerebbero sotto la metropolitana per tirare a campare.

Battute a parte, la trasmissione sembra proseguire regolarmente, quando un ragazzo del pubblico dice al cieco che quando un assessore bussa alla porta per chiedere il voto, si tende a chiedere cose per se stessi e non per gli altri; il cieco reagisce piuttosto furiosamente e scappa appunto la bestemmia. La discussione è stata subito sospesa, pubblicità e poi sentenza, per togliersi di mezzo la patata bollente.

Allora, io sono credente e mi infastidisco quando sento le bestemmie, soprattutto perché spesso sono dette gratuitamente. Ma mettendomi nei suoi panni, qua sarebbe scappata anche a me: di certo lui non chiedeva all'assessore una metropolitana sotto casa o qualche confort, ma il diritto sacrosanto di vedere abbattute delle barriere che rendono ancor più difficile la situazione per chi è senza uno dei sensi quale la vista.

Il problema è che adesso i giornali non parlano del problema in essere, il problema ora è la bestemmia in sé, chissenefrega se in Italia per i ciechi è una corsa ad ostacoli. Io non me la prendo con la Dalla Chiesa: penso che in Mediaset dopo le bestemmie al GF, adesso guai a pensare solo di dirla, si rischia la sospensione del programma e lei deve attenersi a quanto le dicono i capi.

Voi immaginate se avesse fatto finta di nulla, proseguendo la causa: il giorno dopo cardinali, vescovi e pure il Papa ad indignarsi. Invece così non si indigna nessuno, con buona pace del cieco.

Mi viene da citare un passo del Vangelo. Gesù al tempo se ne fregò che era sabato e lo guarì. Ecco immaginate la parabola ambientata ai giorni nostri: il cieco non chiede la vista, ma che siano tolte le barriere architettoniche, il sabato è la bestemmia. Purtroppo oggi Gesù non c'è, ma ci sono solo i farisei del XXI secolo che dicono alla TV "La bestemmia va punita". E così sia.

3 commenti:

Sara on 23/03/11, 14:40 ha detto...

Ma funzione sempre così... è un abitudine quella di perdere il punto della situazione... ci si ferma sempre a valle e tornare a monte della discussione è impensabile... così ci si perde in cazzate( concedimi la parola)e il problema viene accantonato!
Questo è incazzato come una bestia, gli scappa una bestemmia e il tutto viene insabbiato...Ma che tristezza!

Paòlo on 23/03/11, 15:02 ha detto...

Sì, ci si ferma sempre alla forma, mai che si guardi la sostanza.

Anonimo ha detto...

Ma se uno é incazzato come una bestia e se la prendesse con uno di voi che scrive cosa fareste? Se vi direbbe di tutto, se vi offenderebbe con le stesse parole che usa per bestemmiare, se offenderebbe le vostre madri o le vostre figlie o sorelle............beh sarei proprio curioso di vedere la vostra reazione e indignazione e sicuramente controbattereste energicamente dicendo: se tu hai i problemi che cosa centro io che te la prendi con me? O forse mi sbaglio? Forse voi sareste buoni e vi fareste dire di tutto senza battere ciglio? Perché il cieco anziché bestemmiare non si rivolge a Dio per chiedere giustizia? Perché non se la prende solo col politico visto che ha parlato con lui? O forse si era rivolto a Dio per l eliminazione delle barriere? Il fatto e che siete strani.......molto strani davvero!

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