Vedere uscire uno ad uno quei minatori, di cui ormai seguivamo le vicissitudini da due mesi, mi ha fatto molto piacere. E' stato organizzato in tutti i dettagli il soccorso, che è riuscito senza intoppi: questo mi ha fatto pensare che quando l'uomo vuole, può usare il cervello a fin di bene, per organizzare un qualcosa che permetta di salvare delle persone.
Tutto ha funzionato con una perfezione e una precisione "svizzera", ad uno ad uno tutti hanno fatto un viaggio di 15 minuti per vedere finalmente la luce e i propri cari. A volte diamo scontato tutto, dall'aria, al sole, all'amore dei propri cari, però queste esperienze fanno capire la vera importanza della vita e di come si deve sempre lottare: mai lasciarsi andare. Loro lì sotto hanno dato una prova di determinazione, quante volte invece noi rimaniamo intrappolati nei nostri problemi e ci abbattiamo? Dovremmo prendere esempio da questi 33 minatori, che non hanno mai smesso di perdere la speranza.
Infine, ritengo fuori luogo - e anche di cattivo gusto - confrontare la loro situazione come un reality, perché nei reality televisivi si sta in gabbie d'oro, da cui puoi uscire in ogni momento. Oltretutto sei pagato, invece loro, dopo la felicità di essere usciti, dovranno fare i conti con la loro azienda, che rischia il fallimento e non garantisce i salari.
2 commenti:
Approvo e sottorscrivo...
Purtroppo anche nel mio caso,forse perchè per fortuna mai nulla di così terribile è mai accaduto,come sai, mi sto un pò fossilizzando sulla mia situazione poco piacevole,magari ingigantendola fino a farla sembrare addirittura incompatibile con la vita...
Bhé, questi avvenimenti possono aiutare a riflettere meglio sulla propria situazione e dare un input per capire che anche noi dobbiamo, nel nostro piccolo, resistere quando siamo chiusi nel bunker, prima o poi sapremo trovarci l'uscita oppure dall'alto ci apparirà la luce che porta all'uscita.
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